Mozione a favore del cambio di denominazione di via Cadorna a Merano (testo integrale)

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Luigi Cadorna

Nel 2018 si celebrerà il centenario della fine della prima guerra mondiale. Una guerra che ha causato fra i soldati 10 milioni di morti e 20 milioni di feriti. 7 milioni sono le vittime civili stimate.

I caduti italiani erano ca. 700.000 (il 14% della forza militare) e in Austria-Ungheria ca. 1,5 Milioni (il 19% della forza militare)

Decine di migliaia di invalidi subirono orrende deformazioni fisiche o amputazioni, mentre altre migliaia di vittime morirono dopo la fine della guerra in seguito alle ferite da guerra o a malattie contratte sul territorio di combattimento.

La propaganda dei guerrafondai e una storiografia nazionalista hanno contribuito a fare della guerra e delle vittime uno strumento per riprodurre delle immagini stereotipate del “nemico” e mantenere alto il conflitto nazionalistico, facendo delle vittime eroi in funzione della retorica militare-nazionalistica. La morte orrenda di milioni di vittime è stata troppo a lungo mitizzata e decontestualizzata dalla realtà storica.

Questo uso della storia esalta la guerra e nega il fatto che milioni di soldati sono stati mandati letteralmente e coscientemente al macello dai comandi militari.

Anche il generale Luigi Cadorna ha queste responsabilità.

Cadorna è responsabile anche per migliaia di processi (350.000 presso i Tribunali militari) con oltre 4000 condanne a morte contro semplici soldati e sottufficiali ritenuti disertori. Di queste, ben 750 vennero eseguite, assegnando all’Italia il triste primato per il numero di esecuzioni capitali. Centinaia di altri soldati vennero giustiziati senza neanche un processo, anche attraverso la decimazione, unico esercito ad applicare questa barbarie durante il conflitto. Inoltre Cadorna, con il sostegno del governo dell’epoca, impedì l’invio di rifornimenti governativi (cibo e vestiario) alle decine di migliaia di soldati prigionieri in Austria-Ungheria, sabotando al tempo stesso gli sforzi della Croce Rossa e delle famiglie. Il costo di questo provvedimento, attuato per disincentivare la resa, è agghiacciante: 100.000 morti, un sesto del totale dei prigionieri.

In una circolare del 28 settembre del 1915 Cadorna scriveva: “Nessuno deve ignorare che in faccia al nemico una sola via è aperta a tutti: la via dell’onore, quella che porta alla vittoria od alla morte sulle linee avversarie; ognuno deve sapere che chi tenti ignominiosamente di arrendersi o di retrocedere, sarà raggiunto – prima che si infami – dalla giustizia sommaria del piombo delle linee retrostanti o da quello dei carabinieri incaricati di vigilare alle spalle delle truppe, sempre quando non sia stato freddato prima da quello dell’ufficiale”.

Il 1 novembre 1916 Cadorna intimava: “Ricordo che non vi è altro mezzo idoneo per reprimere i reati collettivi che quello della immediata fucilazione dei maggiori colpevoli, e allorché l’accertamento dell’identità personale dei responsabili non è possibile, rimane ai comandanti il diritto e il dovere di estrarre a sorte tra gli indiziati alcuni militari e punirli con la pena di morte”. (http://isonzofront.altervista.org/leggi_documenti.php?id=10&cat=documenti; 25.10.2017)

Di Luigi Cadorna si deve parlare nei testi di storia, ma il suo non può essere un nome da onorare. Non si possono processare le ingiustizie storiche, ma possiamo smettere di onorarle.

Tutto ciò premesso il Consiglio Comunale incarica il Sindaco e la commissione consiliare di competenza

Di proporre un cambiamento toponomastico dell’attuale via Luigi Cadorna che tenga conto dei valori democratici e pacifisti e della pacifica convivenza nel nostro territorio.

La proposta verrà presentata al Consiglio Comunale entro il prossimo anno, periodo di commemorazione della prima guerra mondiale.

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